Ringiovanimento penieno e disfunzione erettile: terapia con onde d’urto

La Disfunzione Erettile (DE), spesso indicata con il termine di “impotenza”, è definita come la persistente o ricorrente incapacità a raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficientemente valida da consentire un rapporto sessuale soddisfacente. Il termine disfunzione erettile è più corretto del termine impotenza, proprio perché definisce la natura di questa disfunzione sessuale. La disfunzione erettile è un disturbo che colpisce gli uomini e la cui incidenza aumenta con l’avanzare dell’età. Colpisce infatti dal 14% al 48% circa della popolazione e l’età è un fattore di rischio indipendente, più aumenta l’età più cresce il rischio di avere questo problema. La metà degli uomini tra i 50 e i 60 anni infatti ne soffrono, ma può colpire anche pazienti più giovani. Una normale erezione implica una corretta funzione integrata tra i sistemi nervoso, endocrino e circolatorio. Pertanto una disfunzione erettile può originare oltre che da condizioni psicologiche, da fattori organici di natura vascolare, neurologica o ormonale. L’identificazione della causa della disfunzione erettile spetta all’andrologo. La disfunzione erettile può, infatti, essere dovuta a cause organiche tipiche del nostro tempo quali diabete, ipertensione, aterosclerosi, depressione. Ma giocano un ruolo importante anche il fumo di sigaretta, la sedentarietà e il sovrappeso che sono in definitiva i fattori di rischio delle malattie cardio-vascolari. Sicuramente, inoltre, la disfunzione erettile interessa anche i soggetti più ansiosi e sensibili allo stress quotidiano.

La disfunzione erettile a seconda dell’ eziopatogenesi viene generalmente trattata con successo con i farmaci per via orale, iniettiva o transdermica, eppure una quota di pazienti risponde male alla terapia farmacologica e deve o aumentare il dosaggio farmacologico o associarne più di uno non sempre con successo.

Il trattamento con onde d’urto è una delle poche opzioni terapeutiche che migliora le erezioni spontanee e ha inoltre la capacità di rinvigorire il meccanismo di erezione. Per di più, la terapia possiede i seguenti vantaggi:

  • trattamento non invasivo, è praticato in uno studio medico autorizzato alla chirurgia complessa ambulatoriale e dura 20 minuti
  • il paziente sarà fuori nel giro di mezz’ora;
  • minori complicanze rispetto alle altre metodiche;
  • non richiede alcun farmaco;
  • benefici clinici significativi e visibili nel giro di 6-8 settimane dal trattamento.

La terapia extracorporea con onde d’urto a bassa intensità (LI-ESWT) agisce per mezzo di onde acustiche che generano un impulso di pressione e che trasportano energia quando si propagano attraverso un elemento. Lo strumento utilizzato deve essere in grado di erogare una densità di flusso energetico (energyfluxdensity – EFD) compresa tra 0.09 mJ/mm2 e 0.25 mJ/mm2. L’ aumento della frequenza aumenta il numero di colpi per ogni singolo trattamento. Il grado di messa a fuoco può essere modulato in modo non invasivo, con conseguente concentrazione variabile di energia nella posizione desiderata. Quando le onde d’urto vengono applicate ad un organo, le onde focalizzate interagiscono con i tessuti profondi prescelti e agiscono come forze micromeccaniche transitorie che avviano molti cambiamenti biologici. Impiegate originariamente negli anni ‘70 per il trattamento dei calcoli renali, conosciuta come litotripsia, ossia l’utilizzo di onde d’urto per frantumare i calcoli senza il ricorso della chirurgia. A seguito, infatti, di alcuni riscontri occasionali, su pazienti che venivano sottoposti a litotripsia per calcolosi renale, alcuni studiosi si accorsero che la stessa stimolazione con onde d’urto era in grado di promuovere una più rapida riparazione e/o miglioramento di alcuni disturbi o condizioni mediche non correlati alla patologia in trattamento. Questo a sua volta ha portato alla scoperta dell’azione terapeutica che le onde d’urto esercitano sul dolore e su condizioni croniche del sistema muscolo-scheletrico. Sono stati quindi sviluppati diversi dispositivi per il trattamento delle lesioni dei tessuti di diverse parti dell’organismo. Oggi la terapia con onde d’urto trova svariate indicazioni nelle diverse specialità mediche, dalle lesioni dei tessuti molli (tendinopatie) nell’uomo e negli animali, alle ulcere del piede diabetico, alla terapia del dolore cronico da contrattura muscolare con effetto “rilassante” ed anti-infiammatorio, alla disfunzione erettile e perfino nella cellulite. In ambito andrologico le onde d’ urto trovano la loro applicazione non solo nel campo della disfunzione erettile, ma anche nell’induratio penis plastica IPP, nel dolore pelvico e prostatite cronica.

Il trattamento con onde d’urto a bassa intensità stimola una risposta pro-infiammatoria nei tessuti dove le onde vengono applicate. L’organismo reagisce aumentando la circolazione sanguigna e il metabolismo nell’area d’impatto, che a loro volta accelerano il processo di guarigione.

Nel caso specifico della disfunzione erettile, le onde d’urto migliorano l’erezione per mezzo di due meccanismi:

  • Favorendo la neoangiogenesi (lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni) nel pene, aumentando quindi l’afflusso di sangue nell’organo e consentendo dunque di ottenere erezioni più vigorose.
  • Rinvigorimento della muscolatura liscia del pene, la maggioranza dei pazienti che soffre di DE ha questo disturbo poiché la muscolatura liscia delle arterie del pene è danneggiata, e ciò inibisce il corretto funzionamento del cosiddetto meccanismo venoocclusivo. È stato dimostrato che la terapia con onde d’urto induce la riparazione della muscolatura liscia peniena, migliorando quindi il meccanismo veno-occlusivo.

Questa tecnica può essere utilizzata anche nei pazienti sottoposti a prostatectomia. In questi soggetti l’assenza di erezioni notturne determina, nei primi mesi dopo l’intervento, un danno da ridotta ossigenazione ai tessuti cavernosi. Grazie alle onde d’urto è possibile migliorare il microcircolo e ripristinare precocemente le erezioni mattutine: questo evita la retrazione del pene e migliora il recupero spontaneo delle erezioni.

Un crescente supporto di evidenze scientifiche dimostra che la terapia con onde d’urto per la DE può essere utile nei seguenti casi:

  • In pazienti affetti da DE lieve o moderata che rispondono bene agli inibitori della PDE-5 che potrebbero riacquistare erezioni spontanee e non necessitare più dei farmaci o ridurre la propria dipendenza da essi.
  • In pazienti affetti da DE moderata o severa che non rispondono ai farmaci inibitori della PDE-5 che sono sottoposti a iniezioni intracavernose o ad altri trattamenti topici di seconda linea, potrebbero rispondere agli inibitori della PDE-5 in seguito a terapia con onde d’urto.
  • La terapia con onde d’urto nella maggior parte dei casi migliora i risultati di qualsiasi altra modalità terapeutica.

Qual è il miglior protocollo terapeutico per la terapia con onde d’urto?

  • Le ricerche in quest’area sono molto attive. Sono stati suggeriti diversi protocolli terapeutici, la cui durata varia da sole 4 sedute fino a 12, e i trial clinici che hanno indagato su questi protocolli si differenziano per diversi aspetti (energia delle onde d’urto applicate, numero di onde d’urto, numero di sessioni, durata del trattamento e intervallo di tempo tra una sessione e l’altra, e tecnologia delle apparecchiature).
  • Se da un lato tutti questi studi clinici hanno dimostrato i benefici del trattamento, tuttavia, non si evince un protocollo chiaro e applicabile a tutti i pazienti. Finora la nostra esperienza e i nostri studi indicano che non esiste un unico protocollo adatto a tutti i pazienti e che il numero di sedute dipende dalla severità del disturbo, dalla presenza di comorbilità e dalla risposta al trattamento. Raccomandiamo un minimo di 6 sedute da venti minuti ciascuna da effettuare nell’arco di 3-6 settimane.
  • Per quanto riguarda il numero di impulsi, il range dovrebbe oscillare tra le 3000 e le 5000 onde d’urto a seduta, e le evidenze scientifiche suggeriscono che maggiore è il numero di onde d’urto applicate ai corpi cavernosi, maggiori saranno i miglioramenti. Sembrerebbe, inoltre, che sia utile applicare il trattamento in più punti, così da raggiungere completamente il letto vascolare responsabile del meccanismo dell’ erezione.
  • Il medico o il tecnico/infermiere che gestirà il trattamento monitorerà costantemente il progresso del paziente, adattando il protocollo in base alla risposta del suo organismo tenendo in considerazione tutti i parametri che abbiamo esposto fin qui.

La terapia prevede quindi sedute settimanali per un massimo di sei trattamenti. Non occorre alcuna preparazione da parte del paziente e non vi sono effetti collaterali. A seguito delle sedute il paziente sarà invitato a sottoporsi a visite di controllo andrologiche per valutare il successo della terapia che può eventualmente essere ripetuta in caso di parziale efficacia.

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dott. Piero Ronchi