il tesoro dell’esperienza

Il processo dell’invecchia­mento interessa tutti gli esseri viventi e comporta modificazioni biologiche, psicologiche e sociali.

Nell’uomo si assiste a tali modificazioni del corpo e delle sue fun­zioni, seguite da un processo di adattamento psicofisico. Tuttavia la vecchiaia può assu­mere un significato positivo e può essere vissuta nel modo giu­sto ...non è soltanto il momento della saggezza, ma può essere anche quello della creatività.

Il processo dell’invecchia­mento interessa tutti gli esseri viventi e comporta modificazioni biologiche, psicologiche e sociali.

Nell’uomo si assiste a tali modificazioni del corpo e delle sue fun­zioni, seguite da un processo di adattamento psicofisico. Tuttavia la vecchiaia può assu­mere un significato positivo e può essere vissuta nel modo giu­sto ...non è soltanto il momento della saggezza, ma può essere anche quello della creatività.

Biologicamente si assiste ad una generale riduzione del numero delle cellule ed una diminuzione dell’efficienza funzionale che può predisporre ad una serie di disturbi. Dal punto di vista psicologico, ma anche medico, negli ultimi anni si sta affermando l’approccio bio­psico­sociale all’anziano. La persona viene sempre più consi­derata nella sua globalità: la salu­te della persona viene vista come integrazione delle componenti fisiche, affettive, psicologiche e sociali. La modalità di invecchia­mento non può prescindere dalla personalità e dalle esperienze, la vecchiaia rappresenta la sintesi del significato dell’esistenza: è nella vecchiaia che si può rag­giungere la saggezza.

Già nell’antichità si riteneva che la vecchiaia fosse sempre ac­compagnata da deterioramento mentale permanente, in partico­lare dal declino patologico delle capacità intellettuali e dell’adeguato controllo dell’emotività (demenza). 

Recenti ricerche hanno eviden­ziato la possibilità di sviluppare situazioni creative proprio nella vecchiaia, l’anziano se motivato può mantenere la sua efficien­za psichica globale sfruttando le risorse residue, ad esempio me­diante l’allenamento mentale. Studi sul cervello mostrano che nell’invecchiamento si ha una modificazione progressiva delle cellule neuronali. Eppure esisto­no dei casi in cui tali modifiche sono meno rilevanti. Ciò a conferma della variabilità del pro­cesso d’invecchiamento fra gli individui. Attualmente si ritiene possibile un recupero delle funzioni cerebrali.

La biografia di personaggi illustri mostra individui con conservata funzionalità cerebrale anche nella senescenza, anzi molte opere di scrittori, filosofi, artisti, compiu­te alla fine dell’esistenza, rappresentano il coronamento di tutti i lavori precedenti.

Quali sono i fattori che influen­ ano i processi di invecchiamento e la salute in questa fase del ciclo di vita?

  • Fattori genetici, anche il sesso può essere un fattore predisponente (il maschio invecchia più precocemente)
  • Educazione e livello culturale che consentono di trovare alternative di vita alla pensione, di creare delle attività per mantenersi attivi
  • Benessere economico
  • Interazione e comunicazione
  • Comparsa di malattie invali­danti: l’anziano vive come intrinseca la sua malattia, il suo vissuto è che la malattia appar­tenga al suo destino
  • Stile personale di vita, cioè subi­re o vivere la vita
  • Eventi drammatici: ad esempio la scomparsa di figure di riferimento, lutti, subire calamità naturali (terremoti, alluvioni)
  • Sradicamento dal proprio luogo di origine

È evidente l’importanza dei fat­tori sociali.

Con l’avanzare degli anni le co­noscenze e le esperienze apprese nella vita vengono utilizzate an­ che per far fronte alle diminuite capacità psico siche. È dimostra­ to che le capacità apprese, se le condizioni di vita lo consentono, possono mantenersi nel tempo. La comunicazione, e quindi le re­lazioni che permettono una vita sociale, dipendono dalla possibi­lità di essere espresse e mantenute attive. Per invecchiare dimi­nuendo la probabilità di perdere molte funzioni come la memoria, l’attenzione, è necessario che l’an­ziano mantenga attive le funzioni cerebrali anche con attività nuo­ve e creative. Molti personaggi famosi produssero le loro opere migliori in età avanzata, si pen­ si a Giuseppe Verdi, Alessandro Manzoni, Monet, Picasso, Goja. Nel mondo dell’arte è facile tro­vare creativi in età avanzata, qua­ lora vengano evidenziate le capa­cità creative, la qualità della vita migliorerà radicalmente.

Altri elementi fondamentali al benessere psicologico della per­ sona anziana sono la motivazio­ne e gli affetti. La motivazione è lo stimolo al comportamento, insostituibile strumento di ap­prendimento e di azione. Gli af­fetti giocano un ruolo essenziale nell’agire quotidiano, nel fornire messaggi di conferma e di valore alla persona. Il canale affettivo­ emotivo è quello che si conserva più a lungo nella persona, anche quando molte funzioni sembrano essere perse. Ad esempio molto stimolante è il rapporto nonno­ nipote. Esiste spesso la difficoltà di esprimersi dei bambini con i propri genitori impegnati a la­ vorare; la relazione fra nonno e nipote faciliterà la possibilità di espressione di entrambi: il non­ no è un interlocutore che inte­ragisce raccontando eventi del passato modificati per facilitar­ne la comprensione, rendendoli più piacevoli con un pizzico di invenzione. Il racconto di eventi passati diventa strumento per sti­molare la funzione creativa. L’in­terazione nonno­-nipote diventa fattore di crescita per entrambi, anche quando le possibilità di movimento sono ridotte. Relega­re l’anziano non rappresenta una soluzione utile.

“Gli anziani aiutano a guardare alle vicende terrene con più saggezza, perché le vicissitudini li hanno resi esperti e maturi... Essi sono custodi della memoria collettiva e perciò interpreti privilegiati degli ideali e dei valori comuni che guidano e reggono la convivenza sociale... Escluderli è come rifiutare il passato, in cui affondano le radici del presente, in nome di una modernità senza memoria.”

(Giovanni Paolo II, Lettera agli anziani, 1999)