io russo. sono malato?

Generalmente, du­rante il sonno, l’ab­bassamento e l’in­debolimento del tono muscolare dei muscoli della gola e l’arretramento della parte posteriore della lingua, riducono le dimensioni dell’ori­fizio faringeo attraverso il quale passa l’aria, causando turbo­lenze e la vibrazione della zona essibile del palato e della faringe, sorgente di rumore. Senza tener conto del fastidio provocato ad altrui, il russare può dar luogo ad una più grave ostruzione del passaggio dell’a­ria, con delle vere e proprie interruzioni o pause respiratorie di frequenza e ampiezza di almeno 10 secondi o più, tale da provocare una grave patologia detta apnee notturne, si tratta della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSA).

Generalmente, du­rante il sonno, l’ab­bassamento e l’in­debolimento del tono muscolare dei muscoli della gola e l’arretramento della parte posteriore della lingua, riducono le dimensioni dell’ori­fizio faringeo attraverso il quale passa l’aria, causando turbo­lenze e la vibrazione della zona essibile del palato e della faringe, sorgente di rumore. Senza tener conto del fastidio provocato ad altrui, il russare può dar luogo ad una più grave ostruzione del passaggio dell’a­ria, con delle vere e proprie interruzioni o pause respiratorie di frequenza e ampiezza di almeno 10 secondi o più, tale da provocare una grave patologia detta apnee notturne, si tratta della Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno (OSA).

Quindi un russamento partico­ larmente intenso con associati sintomi di stanchezza durante il giorno, sonnolenza con brevi appisolamenti durante la gior­nata, difficoltà di concentra­ zione nelle comuni attività quotidiane associate a frequenti episodi di cefalee, spossatezza, possono nascondere la presenza di una più grave apnea notturna che può essere diagnosticata effettuando un esame polison­nografico che potrà rilevare la presenza o meno di apnee e che rileva la frequenza e le ampiezze delle interruzioni del respiro. (APNEE)

Tre sono i livelli di severità del russare, basati sul numero di pause (apnee) respiratorie ogni ora di sonno: da 5 a 14 si tratta di OSA lieve, da 15 a 30 mode­ rato, oltre i 30 episodi per ora di sonno si denota la forma grave. Si stima che in Italia i soggetti con OSA (apnee del sonno) siano due milioni, principal­ mente uomini tra i 30 e i 65 anni mentre nelle donne il fenomeno è di norma più fre­ quente dopo la menopausa.

Il 24% dei maschi e il 9% delle femmine soffrono di disturbi respiratori del sonno anche in assenza di sintomi.

I pazienti con apnee hanno rischi di mortalità più elevati in quanto la riduzione del usso di ossigeno agli organi vitali a livello cere­ brale può causare ictus e ischemie e a livello cardiovascolare, angine pectoris, infarti e ipertensione arteriosa e sono più esposti a subire incidenti sul lavoro o durante la guida.

Un’apnea grave, cicli di 30 apnee all’ora, consiglia l’utilizzo di un apparecchio di pressione positiva della ventilazione nasale (CPAP), trattamento abbastanza impegnativo e fasti­ dioso per il paziente.

In alcuni casi dove si evidenzia un problema respiratorio nasale può essere effettuato un inter­ vento dello specialista otorino. Nei casi in cui la CPAP non è tollerata dal paziente e non sia indicata nel trattamento chi­rurgico ORL può intervenire lo specialista in ortodonzia che può applicare un apparecchio da inserire durante la notte, quindi rimovibile, che sfrut­tando l’avanzamento e una leggera apertura della mandi­bola può ridurre notevolmen­te o addirittura eliminare le apnee.

Il percorso parte dalle informa­ zioni che l’odontoiatra fornisce ai propri pazienti con materiale illustrativo e propone la compi­lazione di un questionario che l’odontoiatra fornisce ai propri pazienti e se ritiene che ci siano  le indicazioni, propone un approfondimento con la pre­scrizione dell’esame polisonno­grafico da effettuare nei centri specializzati o nel proprio domicilio. Se il referto evidenzia una parti­colare gravità dell’apnea, so­prattutto nei casi di lieve e media entità, lo specialista orto­ dontista, può mettere a disposi­zione del paziente apparecchi facilmente adattabili e regolabili (ORAL APPLIANCE)