Inquinamento elettromagnetico

Non tutti i tipi di inquinamento ambientale sono visibili e soprattutto evitabili. Infatti, tra i vari tipi di inquinamento, forse quello elettromagnetico, denominato anche elettrosmog, è una delle forme più subdole, proprio per la sua invisibilità e diffusione, praticamente ovunque sul nostro pianeta. Questo tipo di inquinamento è, infatti, composto da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, prodotte e propagate da molteplici apparecchiature di comune uso civile, industriale e militare. Tra gli oggetti oggi più ricorrenti e con larga diffusione troviamo sicuramente il telefono cellulare.

Non tutti i tipi di inquinamento ambientale sono visibili e soprattutto evitabili. Infatti, tra i vari tipi di inquinamento, forse quello elettromagnetico, denominato anche elettrosmog, è una delle forme più subdole, proprio per la sua invisibilità e diffusione, praticamente ovunque sul nostro pianeta. Questo tipo di inquinamento è, infatti, composto da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, prodotte e propagate da molteplici apparecchiature di comune uso civile, industriale e militare. Tra gli oggetti oggi più ricorrenti e con larga diffusione troviamo sicuramente il telefono cellulare. Molti studi in atto, stanno cercando di verificare e correlare l'eccessivo uso del cellulare e l'insorgenza di alcune forme di tumore al capo. In attesa di conferme o smentite sulla correlazione uso cellulari/ tumori, dato che da anni ed anni il dibattito sulla sicurezza dei telefoni senza fili vede risultati contraddittori, a volte allarmanti, a volte rassicuranti, possiamo fissare alcuni punti: i campi elettromagnetici sono presenti ovunque nell'ambiente, generati sia da sorgenti naturali (elettricità nell'atmosfera e campo magnetico terrestre), che da sorgenti artificiali (elettrodomestici, radio, televisioni, telefoni cellulari, dispositivi medicali, wi fi per internet, ecc..) ed il principale effetto biologico della penetrazione delle onde elettromagnetiche nel corpo umano, è il riscaldamento. Forse non tutti sanno che l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro classifica i campi elettromagnetici a radiofrequenza insieme alle sostanze che potrebbero risultare cancerogene per l'uomo, come il piombo, la benzina e il DDT. Infatti, dalla stessa Agenzia, i campi elettromagnetici, sono stati classificati come cancerogeni di gruppo 2B, ossia come "sospetti agenti cancerogeni" (per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di correlazione nei modelli animali) interagiscono con i tessuti biologici e l'interazione è tanto più potente quanto più ci si trova vicini alla sorgente e varia in base alla frequenza. Se è vero che nell'ottobre del 2012 la Corte di Cassazione ha riconosciuto una pensione di invalidità al manager Innocente Marcolini e che secondo la sentenza, il tumore benigno al nervo trigemino di cui soffriva il manager era attribuibile a un uso eccessivo del cellulare (5-6 ore al giorno per oltre 10 anni);è altrettanto vero che una sentenza non costituisce una prova scientifica. Non ci resta, dunque, che attendere ulteriori riscontri scientifici che evidenzino con certezza il nesso di causa-effetto tra l'uso dei cellulari e i tumori del collo e della testa. Tuttavia l'uso dell'auricolare è sicuramente auspicabile. In ogni modo anche usando il minimo indispensabile il cellulare non siamo mai al riparo dall'elettrosmog, in quanto la tecnologia ha sfornato centinaia di apparecchiature in grado di produrre inquinamento elettromagnetico. Basta fare un giro all'interno della propria abitazione per rendersene conto: forno a microonde, radio, radiosveglia, frigorifero, televisori, computer, router wi fi, sistemi antifurto, walkie talkie, videogiochi e persino i fili dell'impianto elettrico. Nulla cambia all'interno del proprio posto di lavoro in quanto oggi è impossibile svolgere un'attività lavorativa senza l'ausilio di apparecchiature elettroniche (computer, fax, ecc...). Neppure in viaggio siamo al sicuro dal poter essere bombardati dalle onde elettromagnetiche, infatti, anche in auto quasi tutti abbiamo il navigatore GPS e altri sistemi elettronici connessi, oltre che incontrare sul nostro percorso ripetitori radio e tv, antenne per cellulari, radar, centrali elettriche e tanti altri luoghi in cui vengono generati e propagati forti campi elettromagnetici. Moltissimi gruppi di studio in tutto il mondo hanno evidenziato che i problemi che l'inquinamento elettromagnetico sembrerebbero causare nel nostro organismo sono molteplici: stress, stanchezza, nervosismo, diminuzione delle difese immunitarie, sterilità ed infertilità, diminuzione del livello di melatonina con conseguenti disturbi del sonno, danni a carico dell'orecchio (cellulari), mutazioni del DNA cellulare, aumento dei radicali liberi (predisponenti al cancro). Ripararsi da questo fenomeno denominato elettrosmog è impossibile in quanto dovremmo vivere isolati in una casa priva di tutto e con pareti di piombo. Allora non ci rimane che attenuare l'invasione nel nostro corpo di queste onde nel limite del possibile limitando l'uso di queste apparecchiature elettroniche o vivendo a opportuna distanza da esse e tenendo spenti cellulari, router wi fi e tutto ciò che possa produrre onde elettromagnetiche durante il loro inutilizzo e soprattutto durante la notte. Inoltre altro accorgimento è di non tenere i telefoni cellulari troppo vicino al nostro corpo durante il periodo di non ricezione di chiamate e possibilmente utilizzare auricolari con filo. Non utilizzare i computer portatili tenendoli sopra le proprie gambe, in quanto è stato dimostrato che riescono a trasmettere enormi quantitativi di onde elettromagnetiche e di riscaldare eccessivamente il bacino creando con un lungo utilizzo problemi all'apparato riproduttivo. Spesso nella quotidianità ciò non è sempre attuabile e pertanto da anni grandi gruppi di studio stanno cercando soluzioni per poterci proteggere da questo inquinamento elettromagnetico.
Dopo anni di ricerche scientifiche, per trovare soluzioni che possano attenuare gli effetti nocivi causati dalle radiazioni elettromagnetiche, un'azienda italiana ha messo a punto e produce una serie di dispositivi denominati Biomagneti al silicio L.A.M. ®, che riducono considerevolmente le problematiche personali e ambientali dovute alle onde elettromagnetiche che ci circondano . Secondo il tipo di Biomagnete utilizzato (ne producono di diversi tipi), si ha una risoluzione personale o dell'ambiente diversa, sia come raggio d'azione che come periodo di durata (da 5 a 10 anni). Tutti i Biomagneti al silicio L.A.M.® antielettrosmog sono conformi alla Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2001/95/CE del 3 dicembre 2001 recepita con D.Lgs. 172 , vengono prodotti con tecnologia italiana e sono tutti registrati come parafarmaci e per quest'ultimo motivo venduti anche in farmacia.