La terapia endovenosa (IV Therapy): la risposta innovativa alle infiammazioni latenti.

Sempre più persone lamentano sintomi persistenti e debilitanti come stanchezza cronica, insonnia, dolori muscolari diffusi, e difficoltà cognitive, spesso senza una causa chiara. Questo fenomeno purtroppo fin adesso non ha un inquadramento diagnostico.

Dietro questi disturbi potrebbe nascondersi una condizione silenziosa ma insidiosa: l’infiammazione generalizzata latente o infiammazione cronica sistemica di bassa intensità. L’infiammazione cronica sistemica di basso grado (IC SBG) è una condizione subdola e spesso trascurata, proprio perché non rientra nei classici criteri diagnostici.

Non si manifesta con sintomi acuti evidenti, ma agisce lentamente, logorando l’organismo nel tempo. La connessione tra infiammazione latente e sindromi multisistemici oggi è oggetto di crescente interesse scientifico. Alcuni ricercatori ipotizzano che alla base della sintomatologia possano essere espressioni diverse di una disregolazione neuro immunitaria indotta da diversi fattori nocivi, sostenuta in seguito da una reazione infiammatoria.

Un terreno fertile per patologie

Questa reazione non è mai acuta, ma progressiva e sistematica, e può predisporre all’insorgenza delle condizioni patologiche come la sindrome metabolica, insulino-resistenza, diabete tipo 2, tumori, malattie autoimmuni, depressi, Invecchiamento precoce.

L’infiammazione che non fa rumore, ma non si spegne

L’infiammazione è una risposta naturale del corpo a lesioni o agenti patogeni. Ma quando questa risposta non si risolve, può diventare cronica e diffusa, anche senza sintomi evidenti. È come se il sistema immunitario restasse “in modalità di guerra”, consumando energie e alterando il funzionamento di organi e tessuti. Si tratta di uno stato infiammatorio cronico a bassa intensità associato a diverse patologie, spesso non rilevabile con i classici marker (come PCR o VES), ma che può influenzare il sistema immunitario e nervoso in modo sottile e persistente. Studi recenti suggeriscono che questa condizione possa essere alla base di sindromi come la fibromialgia e la stanchezza cronica, dove il corpo sembra “in allerta” anche in assenza di minacce reali.

Fattori scatenanti e di mantenimento

L’incremento notevole della condizione infiammatoria latente è stata registrata dopo il COVID, ma anche altre malattie virali e infezioni batteriche croniche possono mantenere uno stato infiammatorio sistemico. Tra i fattori mantenimento ci sono lo stress cronico, fattori alimentari ed ambientali. Lo stress può infatti amplificare la risposta infiammatoria e alterare il sistema nervoso autonomo, squilibri intestinali possono contribuire all’infiammazione sistemica.

Il ruolo dell’intestino e delle intolleranze alimentari

L’intestino nel nostro organismo rappresenta non solo una superficie di scambio delle sostanze ma anche una barriera difensiva. Quando la barriera intestinale si indebolisce o viene danneggiata dalle tossine dei microrganismi o sostanze nocive ambientali – condizione nota come “leaky gut” – proteine alimentari come il glutine (nei cereali) e la caseina (nel latte) possono attraversare la mucosa e attivare il sistema immunitario come una cascata infiammatoria che non si limita all’apparato digerente, ma coinvolge anche muscoli, cervello e sistema nervoso che si manifesta con i stessi sintomi generici come: stanchezza persistente o dopo lo sforzo, dolori muscolari simili alla fibromialgia, nebbia mentale (“brain fog”) malessere dopo sforzi fisici.

Condizione di intossicazione metabolica

Questa condizione può essere vista come una sorta di intossicazione metabolica silente, dove il corpo è costantemente esposto a micro-stimoli infiammatori che alterano l’equilibrio biochimico senza mai arrivare a una crisi acuta. Paralleli tra infiammazione cronica e intossicazione metabolica sono: • Accumulo di tossine endogene: come nell’intossicazione, anche nell’infiammazione cronica si accumulano prodotti di scarto metabolico (es. radicali liberi, citochine pro-infiammatorie) che il corpo non riesce a smaltire efficacemente. • Disfunzione mitocondriale: entrambi i processi compromettono la produzione energetica cellulare, generando stanchezza cronica e stress ossidativo. • Alterazione dell’omeostasi: il sistema immunitario e ormonale resta in uno stato di allerta, come se fosse “avvelenato” da segnali distorti. • Ruolo del microbiota: disbiosi intestinale è una fonte comune di endotossine che alimentano l’infiammazione e intossicano il sistema metabolico.

Verso una medicina integrata

Purtroppo in assenza di un inquadramento diagnostico non ci sono le cure predefinite per questo stato patologico. In questo caso la scienza si appoggia sempre di più alla medicina integrata come strumento importante nella cura e prevenzione delle malattie infiammatorie e autoimmuni. L’obiettivo non è solo “curare” ma riequilibrare: ridurre il carico infiammatorio, sostenere il sistema immunitario e migliorare la qualità della vita. La gestione dell’infiammazione latente richiede un approccio multidisciplinare: alimentazione, gestione dello stress, trattamento delle infezioni croniche. La chiave è la personalizzazione: ogni corpo risponde in modo diverso, e la medicina del futuro sarà sempre più su misura.

La soluzione innovativa: la fleboterapia con vitamine e terapia chelante

Questa terapia nasce per rimuovere metalli pesanti e tossine accumulate nell’organismo, oggi viene anche utilizzata in chiave rigenerativa e preventiva, soprattutto in pazienti con infiammazione cronica a bassa intensità, intolleranze alimentari multiple, stress ossidativo elevato, disfunzioni metaboliche, immunitarie e prevenzione dell’invecchiamento precoce.

Come funziona?

Recenti studi hanno dimostrato che il 90% delle persone hanno carenza di almeno una vitamina o minerale. L’idratazione e la correzione dei deficit vitaminici e di microelementi sono indispensabili per la nostra salute. Con fleboterapia detossinante-rigenerativa fluidi vitaminici vengono introdotti direttamente nel flusso sanguigno attraverso una flebo, bypassando completamente il sistema digestivo e favorendo il 100% dell’assorbimento dei nutrienti essenziali. Una sessione di terapia endovenosa dura circa 40 minuti. Potrai sentirne i benefici fin da subito. Non ci sono tempi di inattività dopo l’infusione e gli effetti di solito durano circa sette giorni o più. La terapia si basa sull’infusione endovenosa di questi componenti: - EDTA (terapia chelante): lega e rimuove metalli tossici come piombo, mercurio, cadmio - Vitamine essenziali (A, C, E, gruppo B): supportano il sistema immunitario e neutralizzano i radicali liberi - Minerali essenziali (magnesio, zinco, selenio): riequilibrano il metabolismo dei microelementi - Glutatione, potente antiossidante naturale che protegge le cellule dallo stress ossidativo, favorisce la detossificazione dell’organismo, rafforza il sistema immunitario e rigenera altri antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E. È uno strumento terapeutico importante nel trattamento delle numerose condizioni di intossicazione metabolica, nella infiammazione di bassa intensità e contro vari stati degenerativi, in particolare del sistema nervoso e contro l’invecchiamento precoce.

A cura Dott. Gomelya Valery