Il male della pietra ovvero la calcolosi renale

La calcolosi urinaria è una malattia costituita dalla formazione di strutture solide, i calcoli, prodotti dall’aggregazione di cristalli che, se sono molto abbondanti, precipitano nelle vie urinarie (reni, ureteri, vescica).

Tale malattia è nota da millenni (sono stati repertati calcoli renali in mummie egizie di circa 5000 anni fa). Ha una discreta frequenza, interessa infatti circa il 10 % della popolazione, con incidenza maggiore nel sesso maschile. In Italia sono particolarmente interessate le regioni del Sud e del litorale adriatico, Marche comprese, per la presenza di acque dure, cioè ricche di eccessive quantità di calcare.

I calcoli possono variare, come dimensioni, da pochi millimetri sino a 4-5 centimetri (calcoli a stampo che riproducono la forma delle cavità renali). Nel 90% dei casi sono formati da ossalato di calcio, nella restante percentuale, da acido urico, fosfato di calcio o cistina. Conoscere la loro composizione è importante per programmare sia la terapia da adottare che la prevenzione delle future recidive.

Le cause più frequenti della calcolosi sono:

  • eredità genetica o familiarità;
  • diete squilibrate con scarsa assunzione di liquidi;
  • eccessivo consumo di proteine animali;
  • diete ipercaloriche e con eccessiva assunzione di sale da cucina.
Se i calcoli formati restano depositati nel rene non danno in genere nessuna sintomatologia. Quando invece, per abbondante deflflusso urinario, colpi di freddo o movimento fifisico, scendono in uretere, causano la cosiddetta colica renale con dolori violenti a livello lombare dal lato del rene interessato, accompagnati di solito da nausea o vomito, saltuariamente presenza di sangue nelle urine, raramente febbre secondaria ad infezione da ristagno urinario. In queste situazioni l’urologo, ovvero lo specialista che si interessa delle malattie dell’apparato urinario e genitale maschile, esegue una serie di accertamenti (ecografifia dell’apparato urinario, esame urine ed urinocoltura, dosaggio della creatinina) che permettono la diagnosi, la localizzazione del calcolo e la valutazione della tipologia e dimensioni dello stesso. Ove l’ecografifia da sola non basti, l’urologo potrà far uso di ulteriori indagini diagnostiche per una diagnosi certa.

È necessario bere almeno 2 litri di acqua oligominerale durante tutta la giornata, ed usare eventuali integratori di citrato di potassio e magnesio che evitano l’aggregazione dei cristalli urinari.

TRATTAMENTO DELLA CALCOLOSI URINARIA Una volta individuato il calcolo, l’urologo decide il tipo di terapia da praticare, tenendo conto della sede, delle dimensioni del calcolo, della persistenza di dolore e del quadro clinico generale del paziente. Se i calcoli sono di dimensioni inferiori a 5-6 millimetri viene prescritta una terapia medica che nell’80 % dei casi determina l’espulsione degli stessi. In caso di mancata espulsione o per calcoli di dimensioni superiori viene praticata la Litotrissia ad onde d’urto con ultrasuoni. Tale metodica di solito frammenta il calcolo in piccoli pezzi che vengono poi espulsi con adeguata terapia medica. In caso di insuccesso o di posizione del calcolo non aggredibile, si procede con Ureterolitotrissia Endoscopica, che viene praticata con uno strumento sottile, rigido o flflessibile, dotato di telecamera e fifibra laser, che frantuma e polverizza il calcolo. Tale pratica viene eseguita in regime di ricovero e con anestesia. Nei casi in cui le dimensioni del calcolo renale superano i due centimetri, si procede con accesso attraverso la parete cutanea a livello lombare con uno strumento tubulare chiamato nefroscopio, sempre dotato di telecamera e sonda laser che consente la frantumazione del calcolo e la rimozione dei frammenti.

PREVENZIONE DELLE RECIDIVE In conclusione, una volta eliminato il calcolo con le terapie sopra descritte, dobbiamo mettere in pratica una prevenzione delle recidive. Per la prevenzione è indispensabile seguire una alimentazione varia, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, e legumi. È necessario bere almeno 2 litri di acqua oligominerale durante tutta la giornata, ed usare eventuali integratori di citrato di potassio e magnesio che evitano l’aggregazione dei cristalli urinari. È consigliato inoltre limitare il consumo di proteine animali, zuccheri raffifinati, sale ed alimenti ricchi di ossalati (spinaci, bietole, barbabietole, nocciole ed eccessive quantità di cioccolato o caffè). Altresì è importante praticare una regolare attività fifisica che evita la decalcifificazione ossea e quindi la conseguente eliminazione di calcio con le urine. È importante inoltre evitare l’aumento del peso corporeo ed i dimagrimenti troppo veloci.

Dott. Giacomo Tucci