In un mondo che ci chiede di andare sempre più veloci, il tempo può diventare un nostro nemico, o un grande alleato: saperlo riconoscere, e poi gestirlo rappresenta una delle nuove capacità da mettere in campo in questa società molto frenetica che punta solo al risultato.
Comprendere il vero significato di “urgenza” è alla base di una migliore organizzazione della nostra vita. Spesso in molti ambienti di lavoro, la parola “urgente” viene usata con leggerezza, vuoi per scaricare ansie, responsabilità, mancanza di chiarezza e organizzazione.
Tutto questo comporta una confusione costante, la pressione all’urgenza diventa cronica e il benessere collettivo ne risente. Nel lavoro, dove trascorriamo gran parte del nostro tempo, è impossibile spesso separare il nostro benessere individuale dal contesto organizzativo, pur tuttavia, non possiamo delegare la nostra salute solo all’ambiente esterno, né tanto meno esclusivamente solo a ciò che noi stessi possiamo fare.
È davvero tutto urgente? Sembra tutto urgente quando manca una pianificazione, e così ogni imprevisto diventa pressante: quando, ad esempio, siamo in presenza di una leadership debole, perché chi è alla guida del gruppo non è sufficientemente formato, vuoi per incapacità di delega, vuoi per bisogno di controllo eccessivo, e per difficoltà nella comunicazione verbale; perché dove c’è poca chiarezza, o assenza di reali priorità, spesso è tutto impellente. Ma il tempo non è soltanto una misura oggettiva, che scandisce il susseguirsi degli eventi in modo matematico, ma anche uno spazio interiore, un nostro contenitore e una percezione molto personale. E troppo spesso ci sentiamo vittime di giornate in cui il tempo ci sfugge dal controllo, di ore insufficienti per portare a termine un compito, e altrettanti desideri lasciati in sospeso.
Un invito alla riflessione Il “non ho tempo” è una frase che tutti abbiamo pronunciato almeno una volta, ma è solo una trappola linguistica. Perché le parole che scegliamo e pensiamo prima, determina una diversa dimensione della relazione con noi stessi e gli altri. Un elemento invisibile, ma essenziale per la qualità delle nostre relazioni. Per abbandonare la routine frenetica è importante interrogarsi sui comportamenti che mettiamo in atto per vivere in costante emergenza. Per questo, è importante riflettere. Fare pace con il tempo significa cambiare il linguaggio, abitudine e prospettiva. Invece di arrendersi all’idea che il tempo non basti mai, ricordiamo: il tempo si plasma sulle nostre scelte e sulle nostre parole, ancora prima che sulle attività vere e proprie. Alleniamoci pertanto tutti a fare del tempo un compagno fidato nella creazione di una vita più armoniosa e soddisfacente. Dal tempo rincorso, al tempo ritrovato! Per una nuova riflessione più consapevole.
A cura del Dott. Moreno Marcucci Psichiatra

