Odontoiatria e prevenzione in età pediatrica

La prevenzione odontoiatrica, nell’era moderna, ha superato la semplice nozione di evitare carie e gengiviti. Si è evoluta in un pilastro fondamentale e dinamico della salute generale, un processo attivo e continuo che mira a gestire i rischi, preservare le funzioni e promuovere il benessere a lungo termine.

Il concetto chiave è la consapevolezza che il cavo orale non è un sistema isolato, ma una componente intrinsecamente legata all’intero organismo. Problematiche apparentemente circoscritte, come un’abitudine viziata nell’infanzia, una cisti nascosta in un adulto, o la manutenzione di un impianto, possono avere ripercussioni significative sulla salute sistemica.

Gettare le basi: l’igiene orale precoce e la prima visita Il percorso verso una salute orale ottimale inizia molto prima che un bambino possa spazzolare i propri denti autonomamente. Le buone abitudini di igiene orale devono essere stabilite dai genitori non appena i primi denti da latte fanno la loro comparsa. Durante i primi due anni di vita, l’igiene deve essere eseguita dal genitore, inizialmente con una garza umida e successivamente con uno spazzolino dotato di una testina molto piccola e un manico adatto alla mano del genitore. È cruciale che i genitori comprendano che la placca batterica si forma sui denti dei bambini esattamente come negli adulti, causando gli stessi tipi di danni. Tra i 2 e i 4 anni, l’obiettivo è sviluppare un’abitudine regolare allo spazzolamento. La prima visita dal dentista, raccomandata dalle linee guida del Ministero della Salute intorno ai due anni di età, non deve essere un evento legato a un problema già esistente, come una carie o un dolore. Piuttosto, rappresenta una fondamentale opportunità di “intercettazione” precoce. Questo primo incontro non è utile “solo” per un controllo, ma anche per instaurare un rapporto di fiducia tra il piccolo paziente, i suoi genitori e il dentista, riducendo paure e ansie future. Portare il bambino dal dentista entro i 3 anni aiuta a prevenire problemi futuri. È particolarmente consigliato rivolgersi a un pedodontista, un dentista specializzato nella cura dei bambini, che ha un’esperienza specifica con i pazienti più piccoli.

Gli interventi preventivi e la diagnosi precoce Al di là dell’igiene domiciliare, l’odontoiatria moderna offre interventi preventivi professionali di grande efficacia. L’uso del fluoro, ad esempio, è un prezioso alleato nella prevenzione della carie. Le linee guida del Ministero della Salute raccomandano l’uso di dentifrici con almeno 1000 ppm di fluoro in dose “pea-size” (delle dimensioni di un pisello) per i bambini fino a 6 anni. In casi di alto rischio di carie, il dentista può applicare periodicamente gel o vernici al fluoro. Anche le sigillature preventive dei solchi e delle fessure dei molari sono un intervento raccomandato, con un’efficacia preventiva che si attesta all’87,1% a tre anni dall’applicazione. Un’altra funzione cruciale della prevenzione in età evolutiva è l’intercettazione di condizioni funzionali e di sviluppo anomalo. La prevenzione dentale nei bambini consente al pedodontista di rilevare e correggere precocemente una crescita anomala dei denti e delle ossa dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Le linee guida del Ministero della Salute sottolineano l’importanza di monitorare costantemente il livello di rischio di carie e di malocclusioni.

Le abitudini viziate, un circolo vizioso Un elemento che approfondisce la comprensione della prevenzione pediatrica è la correlazione tra le cosiddette “abitudini viziate” e lo sviluppo di malocclusioni. Il succhiamento prolungato del ciuccio o del dito (soprattutto oltre i 2-4 anni), la respirazione orale e la deglutizione atipica non sono semplici capricci infantili, ma fattori eziologici che possono alterare negativamente la crescita del viso e della bocca. La comparsa di una malocclusione dipende da fattori quali la durata, l’intensità e l’età di inizio dell’abitudine. Una deglutizione atipica, per esempio, provoca una pressione anomala della lingua che spinge contro le arcate dentali, mentre una respirazione orale ostacola il naturale ruolo modellante della lingua sul palato. Questa assenza di pressione e l’azione prevalente delle guance possono causare un deficit di sviluppo del mascellare, portando a condizioni come il palato stretto e il morso crociato posteriore. Questo squilibrio può a sua volta favorire l’instaurarsi o il mantenimento della respirazione orale, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Le linee guida ministeriali mettono in guardia anche sul fatto che queste abitudini, portando a un aumento della distanza tra incisivi superiori e inferiori (overjet), possono aumentare il rischio di traumi dentali in caso di caduta frontale. Affrontare questi problemi richiede un approccio multidisciplinare, che può includere ortodonzia e logopedia per la rieducazione funzionale della lingua.

A cura del Dott. Alessio De Benedictis Odontoiatra