Gestione dell’asma in pediatria

L’asma bronchiale è il più comune disordine cronico dell’età evolutiva, è una malattia caratterizzata da infiammazione cronica (e possibile rimodellamento) delle vie aeree che spiega il quadro clinico caratteristico delle varie età, dall’infanzia, fino all’adolescenza.

E' definito da sintomi e segni clinici tipici quali, respiro sibilante, difficoltà respiratoria, sensazione di costrizione toracica e/o tosse modificabili nel tempo e in intensità, insieme a una variabile limitazione al flusso espiratorio. Nel contesto dell’attuale epidemia, le società scientifiche pediatriche raccomandano, in caso di sintomi respiratori che richiedano terapia inalatoria con broncodilatatori e/o cortisonici, l’uso di spray pre-dosati pressurizzati (pMDIs) insieme al distanziatore rispetto all’apparecchio per aerosolterapia. Ciò al fine di impedire la diffusione e l’inalazione di particelle virali presenti nell’ambiente e veicolate con l’aerosol.

La gestione personalizzata dell’asma

Il punto di partenza della terapia dell’asma è la gestione personalizzata, andando a considerare i sintomi del paziente, il grado di ostruzione delle vie aeree, l’esposizione a fattori di rischio (fumo, allergeni, agenti infettivi ecc), senza dimenticare l’importanza dell’aderenza alla terapia. Secondo le principali linee guida internazionali dell’asma, la terapia con farmaci inalatori è parte fondamentale sia del trattamento dell’attacco acuto, sia della terapia di fondo. Con una malattia cronica come l’asma è importante provvedere all’educazione dei piccoli pazienti e dei genitori, così da renderli capaci di gestire in maniera adeguata la terapia in base all’andamento clinico.

L’importanza del distanziatore

L’uso di un distanziatore in età pediatrica è fortemente consigliato. In questo modo il farmaco viene prima spruzzato all’interno del distanziatore e successivamente inalato dal paziente grazie ad una valvola unidirezionale che si apre con l’inspirazione e si chiude con l’espirazione del bambino. Inoltre all’interno del distanziatore si determina un ulteriore rimpicciolimento delle particelle di farmaco che pertanto possono raggiungere più facilmente le vie aeree inferiori, l’albero bronchiale. All’interno del distanziatore, le particelle di farmaco erogate con lo spray subiscono un rallentamento della loro velocità e, quelle di maggior volume, si depositano sulle pareti del dispositivo riducendo la deposizione del farmaco a livello orofaringeo.

Questo potrebbe comportare il rischio di effetti collaterali quali la tachicardia (broncodilatatori) o la candidosi orale con effetti collaterali sistemici da corticosteroidi. Il distanziatore, così come il pMDIs. può essere facilmente trasportato e non necessita di essere lavato ad ogni aspirazione. In base all’età del paziente possono essere utilizzati una mascherina di dimensioni adeguate per i più piccoli o un boccaglio. Per una buona efficacia terapeutica vanno applicati correttamente secondo le indicazioni e con un breve training del pediatra o dell’infermiera pediatrica.

Dott. Paolo Francesco Perri