Tiro a segno

Il tiro a segno è uno sport che consiste nel colpire un bersaglio il più vicino possibile al centro. Il bersaglio è composto da dei cerchi concentrici, i cui punteggi vanno dall'1, per il cerchio più esterno, fino al 10. Lo sport si pratica sia con armi ad aria compressa sia a fuoco, lunghe o corte, su distanze che vanno da 10 metri, solitamente in strutture indoor, passando per i 25 e i 50 metri, fino ad arrivare ai 300 metri.

Il tiro a segno è uno sport che consiste nel colpire un bersaglio il più vicino possibile al centro. Il bersaglio è composto da dei cerchi concentrici, i cui punteggi vanno dall'1, per il cerchio più esterno, fino al 10. Lo sport si pratica sia con armi ad aria compressa sia a fuoco, lunghe o corte, su distanze che vanno da 10 metri, solitamente in strutture indoor, passando per i 25 e i 50 metri, fino ad arrivare ai 300 metri.
Le prime società di tiro vennero fondate, con scopi prettamente militari, su esortazione di Giuseppe Garibaldi, con Regio Decreto dell'1 aprile 1861. Il Tiro a Segno Nazionale (TSN) venne istituito dalla legge 2 luglio 1882, n. 883, con la finalità di "curare l'istruzione nell'impiego delle armi e di coltivare l'esercizio del tiro". Nel 1894, su iniziativa di Arturo Magagnini e per curare gli aspetti sportivi del tiro, venne costituita a Roma una Commissione Centrale del Tiro a Segno Nazionale che, il 26 maggio dello stesso anno, dette vita all'Unione dei Tiratori Italiani (UTI). L'11 novembre 1910 l'organismo assunse il nome di Unione Italiana di Tiro a Segno (UITS) ed entrò a far parte del CONI nel 1919. Nel 1942, in base alla legge istitutiva del CONI, l'Unione fu trasformata in Federazione Italiana di Tiro a Segno (FITS). L'8 luglio 1944 un decreto del Governo, che apriva un periodo di commissariamento per l'Unione (durato fino al 1947) ripristinò il vecchio nome. L'attuale composizione del consiglio venne definita dal Ministro della Difesa con decreto del 24 luglio 1973. La federazione è elencata nella Legge 16.2.1942, n. 426.
Dalle finalità militari a cui era inizialmente destinato il tiro, si è presto definita anche la parte sportiva. Il tiro sportivo è presente ai Giochi Olimpici Moderni fin dalla prima edizione del 1896. Attualmente il tiro a segno è praticabile a partire da 10 anni compiuti, per quanto riguarda le discipline ad aria compressa, e da 16 anni anche a fuoco. È uno sport che può dare un grande contributo per la formazione dei ragazzi: fondamentali, in una attività potenzialmente pericolosa, sono l'insegnamento delle norme di sicurezza e allo stesso tempo la padronanza di un'arma, intesa come un attrezzo sportivo, e giammai come giocattolo o peggio ancora mezzo di offesa. La parte tecnica del tiro deve essere supportata da una buona forma fisica, necessaria per sollevare la pistola o la carabina, e per tenerla stabile, unitamente alla forma psicologica. Proprio su quest'ultima, specialmente negli ultimi anni, si è molto puntato; si sono visti grandi tiratori cedere proprio all'ultimo colpo, o atleti che, pur essendo bravi in allenamento, non riescono a dare poi il massimo sotto lo stress della gara. Molte federazioni, nell'ottica di un'attività sportiva completa, affiancano al lavoro tecnico svolto dagli allenatori, anche l'attività fisiche con preparatori atletici e attività mentali, con corsi tenuti da psicologi dello sport.
Lo sport del tiro risulta molto versatile: aiuta a concentrarsi su un obiettivo, su se stessi, sulle proprie emozioni e insegna a gestirle; allo stesso tempo riveste un aspetto ludico-educativo per i tiratori più giovani, assumendo poi, aumentando l'età, un profilo più agonistico e competitivo. Trovo che questo sport, per quanto poco conosciuto e poco praticato, a volte visto con sospetto proprio a causa dell'impiego di armi, ricalchi perfettamente la famosa locuzione di Giovenale "Mens sana in corpore sano", non tralasciando nessun aspetto della crescita e dello spirito agonistico. Alle generazioni future togliere di dosso da questa attività l'etichetta della società, che la vede come pericolosa, violenta, praticata da gente guerrafondaia, quando invece è maestra di legalità, sicurezza, rispetto e sportività.