Cosa c’è dietro un litigio?

I diversi livelli della comunicazione tra contenuto e relazione. Molti litigi attribuiti a divergenze di opinione in realtà, hanno come unico denominatore comune una difficoltà nella relazione, di cui non sempre c’è una chiara consapevolezza.

Ad esempio se non si è d’accordo sull’asserzione “l’uranio ha 92 elettroni”, a quanto pare la verità si potrà stabilire solo rincorrendo a prove oggettive, per esempio un testo di chimica o un ultima ricerca scientifica. Tale prova della fonte, non solo dimostrerà che un atomo ha effettivamente 92 e l’altro inevitabilmente ha torto. Si avranno dunque risultati: il primo elimina la causa del disaccordo a livello di contenuto, il secondo pone un problema di relazione.

È evidente che per risolvere il nuovo problema, i due individui non possono continuare a parlare di atomi, ma iniziare a parlare di se stessi e della loro relazione. Per esempio, chi era nel “torto” può ammirare la superiorità che l’altro ha mostrato, oppure “legarsi tutto al dito” e meditare di assumere una posizione one-up e alla prima occasione ristabilire una situazione di parità. Capita spesso che non si abbia la pazienza di aspettare una seconda occasione e ricorra al metodo di “mandate al diavolo la logica” con tutte le argomentazioni possibili e immaginarie. Quando ci si trova coinvolti in un litigio, o in forte conflittualità, dunque, è bene chiedersi prima di tutto, se il disaccordo è davvero a livello di contenuto, oppure se è la relazione ad avere un ruolo determinante nel creare il conflitto. Se siamo interessati al contenuto della discussione, oppure se il vero motivo del disaccordo è solo il desiderio di aver ragione, di collocarci in una posizione one-up, con la sola pretesa di dimostrare all’altro che sbaglia, e che ha torto comunque.

Esserne consapevoli è il primo atto necessario per poter comprendere tante dinamiche, perché non sempre la ragione sta dalla parte del più forte. Occorre una buna dose di buon senso per gestire la comunicazione nel migliore dei modi possibili.

A cura del Dott. Moreno Marcucci Psichiatra