Bambini e capricci. Perchè?

Fra i due e i tre anni nello sviluppo psicologico del bambino si assistono a numerosi progressi.
Se fino ai 18 mesi il bambino era malleabile e dipendente, nel periodo dei due anni egli impone un cambiamento rapido e sbalorditivo nel rapporto con gli adulti, che può venir vissuto con preoccupazione, rabbia o delusione.


Cosa succede dal punto di vista psicologico?
Verso i due anni il bambino è più capace a livello motorio ,cognitivo e linguistico.
Dal punto di vista motorio ha acquisito nuove coordinazioni che gli permettono di correre, saltare, salire le scale, giocare. Dal punto di vista cognitivo e linguistico ha acquisito la consapevolezza che gli oggetti esistono anche se lui non può vederli, riesce a riconoscere la propria immagine allo specchio e grazie all'uso di un numero sempre crescente di parole può comunicare meglio con gli adulti. Nel tentativo di affermarsi può risultare testardo e irremovibile mettendo in atto comportamenti di sfida e opposizione che mettono a dura prova gli adulti: i capricci.
Per esempio fa di tutto per sporcarsi o bagnarsi quando si è sul punto di uscire, può non voler stare sul seggiolino in auto e sgusciare via abilmente quando è il momento di allacciarlo, può rifiutarsi di indossare certe scarpe etc.etc.
L'espressione dei capricci va dall'attacco fisico, alle risposte verbali, il piccolo userà mani, piedi, bocca, a volte il corpo(come quando si buttano per terra)per imporre il proprio desiderio di fare.
I capricci sono un passaggio obbligato nell'evoluzione della personalità , non sono indice né di un futuro caratteraccio del bambino, né la conseguenza di errori educativi.
A livello psicologico il bambino entra in quella che viene definita la fase dei "No"( Spitz). Il "No" del bambino è un No autoaffermativo, cioè segnala una maggiore consapevolezza di essere un individuo separato dagli altri, con la possibilità di agire sugli oggetti del mondo circostante, con il desiderio di sperimentare le proprie capacità e di esprimere con decisione il proprio punto di vista.
Di fronte a questi comportamenti l'adulto dovrebbe mostrarsi risoluto e pronto a contenere l'aggressività del piccolo, il quale provoca per sapere fino a che punto può spingersi. Con il suo comportamento chiede un limite all'adulto, chiede delle regole.
Partendo dal presupposto che il comportamento del bambino non sia generato da bisogni fisiologici come fame, stanchezza, dolore, che richiedono altri tipi di intervento, ecco alcuni accorgimenti che uniti a tanta pazienza possono aiutare ad affrontare i terribili capricci:
• dare poche regole , esprimerle con un linguaggio semplice, chiaro e concreto. Più il bambino è piccolo, meno ragionamenti servono per giustificare le regole.
• parlare al bambino mettendosi alla sua altezza, usando un tono di voce sicuro. Un bambino che sa che "no" significa "no" e non "sì, basta insistere o fare una sceneggiata"col tempo farà durare meno i capricci. Il tempo e la costanza sono necessari per interiorizzare le regole.
• premiare i comportamenti corretti dei bambini quando si manifestano, lodandoli. Le lodi generano sentimenti di autostima e soddisfazione.
• non dare troppo spazio ai capricci quando si presentano in maniera plateale: è meglio ignorarli, se non c'è un "pubblico" che guarda è inutile "dare spettacolo".
• quando la crisi è scoppiata provare a distrarre il bambino, piuttosto che farlo ragionare.
• rassicurare il bambino con un abbraccio se il capriccio si manifesta in maniera esplosiva. Bisogna tener conto che la parte emotiva del bambino è in corso di maturazione, può perdere il controllo.

Dr.ssa Mariantonietta Cerquetella