Il fattore della comunicazione in medicina e nel campo della sanità ha un ruolo rilevante, considerando la molteplicità degli elementi umani, tecnologici, organizzativi e gestionali, nel quale la relazione tra professionisti e pazienti in ogni setting assistenziale e di cura, è un fattore sostanziale. Comunicare non è informare, ma cercare di entrare nella sfera cognitiva dell’altro, per arrivare basta definire il percorso migliore sulla base del rispetto dell’altro, della conoscenza e della carica emozionale di chi deve essere informato e curato.

La comunicazione efficace in sanità non è soltanto una procedura da seguire, bensì abilità comunicative che si acquisiscono tramite percorsi formativi. Per fare buona comunicazione è necessario sapere cosa fare e come farlo, ovvero è necessario acquisire metodi, apprendere nuove skills e modalità di interazioni più funzionali al contesto. Quando una comunicazione non è calibrata alla persona che abbiamo di fronte a noi, si può arrivare anche ad un vero e proprio fallimento nella gestione del percorso di cura. Perché creare una relazione con il paziente non è tempo sprecato. Laddove la comunicazione è di qualità, sostenuta da solide competenze di relazione, rappresenta un pilastro fondamentale per la pratica professionale in medicina, e una cura efficace, appropriata, sicura ed efficiente.
Gli outcome di una buona comunicazione
Stabilire con il paziente un’efficace relazione si riverbera positivamente su tutto il processo delle cure. Proprio per questo sono necessari questi tre aspetti per una buona comunicazione:
- Influenzare positivamente gli esiti del percorso di cura, la compliance, e l’appropiatezza delle prestazioni.
- Limitare il ricorso alla medicina difensiva, per limitare incomprensioni, conflittualità accese e anche contenziosi legali.
Possiamo comunicare bene o male, ma ricordiamo che non possiamo non comunicare. Tutto noi trasmettiamo messaggi altrettanto significativi anche con il semplice linguaggio non verbale, del corpo, della mimica facciale e dello sguardo. E ricordiamo, il tempo di relazione, è tempo di cura!
A cura della Redazione