Latte: vietato agli adulti

Il latte è l'alimento che madre natura crea per i cuccioli dei mammiferi, può andar bene per i vitelli, le caprette, gli agnellini e sicuramente per i neonati, non certo per un adulto.

E su questo esistono infinite prove di come nessun cucciolo beve latte, nè materno né tanto meno di altre specie, terminato lo svezzamento. Lo stesso dovrebbe valere anche per noi, infatti dopo la fase neonatale, durante la quale la ghiandola mammaria produce il colostro, e il periodo di allattamento, il latte dovrebbe scomparire dall’alimentazione. E’ un alimento assolutamente innaturale per chi ha superato i 4-5 anni di età, il latte è infatti un’eccellente fonte di energia e sostanza in grado di stimolare la crescita di chi è troppo piccolo per consumare cibo da adulti, fino allo svezzamento, fornisce “messaggi” di crescita ormonale e immunologici del tutto sani e appropriati purche’ li riceva il neonato di quella specie.

E poi? Dopo lo svezzamento, nè vitelli, nè bambini continuano a crescere ad un ritmo così rapido e i loro sistemi digestivi e immunitari sono completi, questo significa che i messaggi di crescita e immunologici provenienti dal latte diventano fuorvianti e potenzialmente pericolosi, il latte di mucca poi è in grado di trasformare in pochi mesi un vitellino di 40/50 Kg, in un animale adulto di 700/800 Kg. Lascio a voi immaginare cosa può capitare al nostro corpo consumando un latte cosi ricco di sostanze nutrizionali, potrebbe anche scatenare una iperproduzione di cellule anomale fra queste anche quelle tumorali.

Peggio ancora se il “non-poppante” appartiene ad un’altra specie, perchè si trova a ingerire sostanze che non e’ in grado di gestire, come la caseina, a carichi nutritivi sbilanciati. Per esempio, il latte di mucca ha almeno il quadruplo delle proteine del latte umano e contiene delle 5 alle 7 volte più minerali, mentre e’ carente di acidi grassi essenziali, il latte umano ne contiene dalle 6 alle 10 volte in più in particolare di acidi linoleico. La conclusione è dunque logica: se il latte fisiologicamente è un alimento ideale per una specie e in un dato periodo di tempo, non lo è senz’altro per i componenti di un’altra specie, ancora meno se lo consumate a svezzamento avvenuto. La caseina nel latte di mucca costituisce 80% delle sue proteine rapportandola al latte materno risulta 3 volte maggiore costituita da 210 amminoacidi, ancora una volta tre volte maggiore di quelli del latte umano, chi consuma latte di mucca quindi ha valori di resistenza insulinica 3 volte superiori rispetto a chi non lo beve, pensate neppure lo zucchero può fare tanti danni!! Inoltre aggrava l’arteriosclerosi cioè la formazione di placche all’interno delle arterie, favorisce il cancro alla prostata e la steatosi epatica.

La lattasi è un enzima presente nell’intestino dei neonati di tutti i mammiferi, utile nella digestione del lattosio fino a 6 mesi di vita la sua concentrazione è molto alta, per placare gradualmente riducendosi a un decimo della quantità presente alla nascita. Madre natura evidentemente ritiene che dopo lo svezzamento non abbiamo più necessità di bere latte, ma non ha fatto i conti con la nostra errata colture alimentare, pare in oltre che il lattosio aggravi l’aterosclerosi, più di altri zuccheri come il fruttosio, il saccarosio, gli amidi o il glucosio, è risaputo inoltre che lattosio e galattosio promuovono la formazione prematura di cataratte, tanto che gli scienziati che vogliono indurre nelle cavie da laboratorio le sottopongono a una dieta ricca a base di latte. Il lattosio si trova anche in tutti i latticini (burro, latte, panna, yogurt, ricotte, formaggi, gelati e dessert) purtroppo l’industria alimentare ha infilato il lattosio anche in alcuni salumi come la mortadella, il prosciutto cotto, e vari insaccati in particolare salami e wurstel hanno spesso un’aggiunta di lattosio per ammorbidire le carni; il lattosio viene utilizzato per conservare e insaporire verdure in scatola, minestre surgelate e liofilizzate, e anche nei succhi di frutta. Infine pur non del tutto innocuo, il formaggio è meno dannoso del latte perché durante il processo di caseificazione molte proteine specifiche vanno perse. Forse per questo in Francia dove si mangia molto formaggio ma si beve poco latte, il rischio di infarto è relativamente basso.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI M.R. E M.D. Eades Protein Power Batman Book, NY, 1996 Challeman, Berkson, Smith “Sindrome X” JohnWhiley & Sons Inc.NY 2000 Cordain L. “The Paleo Diet , Jhon Whiley & Son Inc. NY 2002

a cura del Dott. Roberto Mazzoli