L’uso delle immagini nei percorsi di psicoterapia

In fondo la nostra era è stata definita l’era delle immagini e i percorsi dell’identità debbono adattarsi al contesto sociale.

Le immagini sono considerate fondamentali per lo sviluppo psicologico personale di ciascun individuo. Possiamo affermare che le emozioni si costruiscono come immagini da ciò che la parola si costruisce sull’immagine. La psicoterapia è una tecnica di cura basata unicamente sull’utilizzo della parola ma, in realtà, ad un’analisi più approfondita, quello che ci colpisce, sia come terapeuta che come utente, è l’impressione che abbiamo dell’altro.

L'opinione nasce da un insieme di vissuti che si originano nel nostro mondo interiore e sono evocati dall’altro nel momento dell’incontro. Nella psicoterapia sistemica, quella che prende spunto dalle relazioni nelle quali il soggetto è immerso, l’utilizzo delle tecniche basate sull’ immagine ha trovato il suo terreno di coltura. Scrive Alberto Eiguer in “Ma io senza di te”: “L’uomo non è un essere solitario, si forma, vive e cresce nel legame con gli altri, con i suoi parenti e amici, persino con gli sconosciuti.”

Le tecniche basate sulle immagini e il genogramma fotografico

Le tecniche basate sulle immagini possono essere utilizzate sia nel percorso di psicoterapia che in quello della formazione di nuovi allievi psicoterapeuti.

Fra queste il “Genogramma fotografico trigenerazionale” è una delle più efficaci. Il costrutto teorico di base è stato formulato sul pensiero di M. Bowen che negli anni Settanta ipotizzò la crescita e l’autonomia personale del soggetto in relazione al livello di autonomia acquisito nella propria famiglia di origine. Per Bowen il termine di autonomia non ha niente a che fare con la distanza fisica o con la capacità di gestirsi nella vita quotidiana.

Per l’autore solo la comprensione delle dinamiche famigliari e, la possibilità di fornire risposte differenti rispetto a quelle fornite nel passato, possono permettere una reale trasformazione dei rapporti con conseguente crescita della nostra autonomia. Teorizza quindi il “ritorno a casa” come momento indispensabile per avviare il processo di trasformazione. Nei casi in cui non è possibile convocare la f.d.o. si è sviluppata la tecnica del genogramma fotografico della f.d.o.

Tale tecnica consiste nel narrare la storia della propria famiglia e di se stessi attraverso tre generazione e contemporaneamente, presentare delle fotografie del passato che abbiamo scelto a conferma della nostra narrazione. Le immagini fotografiche hanno una loro identità, esprimono un implicito che il ricordo e la narrazione non possono e non riescono ad esprimere, anche perché, molti degli episodi ci sono stati raccontati da altri.

Tecnica dell’autoritratto di Cristina Nunez

Un’altra tecnica molto interessante è quella dell’autoritratto fotografico di Cristina Nunez. Nella self portrait experience c’è l’opportunità di essere soggetto, autore e spettatore della propria opera. Tramite questa tecnica il soggetto si scatta degli autoritratti dei quali sarà spettatore pochi minuti dopo.

E poi c’è la tecnica delle sculture terapeutiche che esprimono stati d’animo sul tempo presente, futuro e passato; come pure l’utilizzo del collage fotografico nella terapia di coppia e/o, nella formazione e supervisione di equipe di lavoro.

L’elenco sarebbe ancora lungo e ormai è un continuo creare nuove tecniche basate sull’uso delle immagini nei percorsi della psicoterapia.

In fondo la nostra era è stata definita l’era delle immagini e i percorsi dell’identità debbono adattarsi al contesto sociale.

Dott. Moreno Marcucci