Dietro le difficoltà un mondo di emozioni...

I disturbi dell'apprendimento oltre il potenziamento degli apprendimenti

I Disturbi Specifici del’Apprendimento (Dsa) sono disturbi del neurosviluppo riguardanti la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente, che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione.

In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i Dsa si dividono in:

  • DISLESSIA: difficoltà nella lettura di un testo scritto;
  • DISORTOGRAFIA: difficoltà nella competenza ortografica, cioè il saper scrivere correttamente seguendo le regole dell’ortografia;
  • DISGRAFIA: difficoltà nell’abilità motoria della scrittura, cioè scrivere in modo leggibile;
  • DISCALCULIA: difficoltà nel comprendere e operare con i numeri, ad esempio imparare le tabelline, fare i calcoli.

Questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo. Non sono causati né da un deficit del quoziente intellettivo, né da problemi ambientali o psicologici né da deficit sensoriali (fonte: Associazione Italiana Dislessia). Recentemente il Miur (Ministero dell’Istruzione) ha registrato negli ultimi cinque anni in Italia un aumento significativo delle diagnosi di Dsa dallo 0,7% della popolazione scolastica si è passati al 2,1% una percentuale equivalente a circa 187mila soggetti.

La certificazione diagnostica (ai sensi della L.170/2010) è il primo passo sia per aiutare i bambini in difficoltà nel contesto scolastico, sia per garantire una didattica adeguata ai loro bisogni e favorire in questo modo l’apprendimento. È importante sottolineare, però, che i bambini con Dsa non necessitano soltanto di un “Piano Didattico Personalizzato” (Pdp) ma, soprattutto, di un contesto relazionale accogliente e di un supporto, che li sostenga, anche emotivamente, nel loro impegnativo percorso formativo. Un errore che molto spesso viene commesso quando si parla del benessere in età evolutiva è quello di scindere le aree di vita del bambino. Molto spesso si sente il genitore imputare tutta la colpa alla scuola, all’insegnante o comunque al contesto didattico. Ed è così che si perde solo del tempo necessario ad una diagnosi precoce. Non possono essere scisse le due realtà, quella scolastica e quella familiare. L’esperienza, infatti, ci mostra che il quadro definito “Disturbo Specifico dell’Apprendimento: Dsa” è molto più complesso e richiede una presa in carico che vada oltre il sistema di potenziamento degli apprendimenti.

Le emozioni sono delle variabili fondamentali nel processo di crescita del bambino e devono essere tenute debitamente in conto nel percorso del soggetto con Dsa. Nessun atto della vita psichica è caratterizzato da una scissione fra meccanismi cognitivi e meccanismi emotivi, queste due funzioni infatti operano contemporaneamente in ogni momento della nostra quotidianità. La stessa cosa vale per il processo di apprendimento. Ogni volta che un bambino apprende, accanto alle funzioni esecutive, alla memoria di lavoro, all’attenzione, inevitabilmente sperimenterà anche delle emozioni. Queste emozioni tracciano la memoria di ciò che si sta apprendendo e grazie alla ricerca si è arrivati a sottolineare come l’attivazione emotiva favorisca la memorizzazione.

Cosa avviene in una famiglia quando viene riferito che il loro figlio è dislessico? Cosa significa per la famiglia avere a che fare con un figlio con Disturbi Specifici dell’Apprendimento?

Il primo giorno di scuola è un rituale che investe non solo il bambino, ma tutta la famiglia. L’ingresso nel mondo scolastico è accompagnato da una buona quota di ansia e di aspettative sia dal bambino, ma anche e soprattutto dalla famiglia. Si pensi a quante coppie genitoriali si sentono in colpa quando viene loro comunicata la diagnosi del figlio, come se le difficoltà nel rendimento scolastico fossero una responsabilità alla quale non possono sottrarsi. Dunque una diagnosi di Dsa mette in crisi la famiglia da un punto di vista sociale, genitoriale e relazionale in quanto la relazione genitore-figlio avrà come perno sempre la scuola e poiché la frustrazione dei genitori può portare conflitto anche all’interno della coppia.

Come un sostegno familiare può essere d’aiuto?

Il quadro appena descritto appare connotato in maniera marcata dal conflitto. Non solo quello, classico, fra genitori e figli, ma anche quello all’interno della coppia, quello fra i genitori e l’istituzione scolastica, quello fra il bambino ed il gruppo di pari per il quale nutre un profondo senso di inferiorità ed inadeguatezza. Il ruolo fondamentale è quello poi di ridurre il senso di non-accettazione esperito dal bambino, aiutarlo a comunicare le sue esigenze peculiari accompagnando i genitori in questo percorso di comprensione in cui saranno in grado di prendere consapevolezza di cosa è realmente e cosa comporta un Disturbo Specifico dell’apprendimento. Contestualmente al lavoro sull’impotenza appresa del bambino si lavorerà anche sul senso di impotenza e di incompetenza dei genitori e sul loro ruolo educativo, riorganizzando spazi e tempi domestici in relazione ai bisogni specifici di tutta la famiglia, non solo del bambino. L’obiettivo primario sarà quello di restituire il bambino alla famiglia, spostando il focus dal deficit alle risorse, a ciò che di soddisfacente il bambino può dare, al tempo di qualità vissuto con i genitori in esperienze ludico-ricreative evitando la sgradevole sensazione del bambino di essere preso in considerazione solo per il rendimento scolastico e non per la sua individualità ed unicità.

La relazione scuola-famiglia può essere più efficace?

Quando un ragazzo o una ragazza hanno un Dsa, la collaborazione tra famiglia e scuola può diventare difficile: i genitori si trasformano in strenui difensori se ritengono che i docenti non rispettino i diritti dei figli e non li aiutino; gli insegnanti d’altra parte si sentono sotto pressione, si irrigidiscono nelle pratiche più consuete, poco inclusive. Nascono malintesi e polemiche. Chi ne fa le spese sono i ragazzi e le ragazze con Dsa.

Dott.ssa Silvia Luciani