Il Disturbo Affettivo Stagionale

Nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali (DSM-V) compare il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), già conosciuto in precedenza ma solo recentemente incluso tra i disturbi dell’umore. Definito per la prima volta da Norman E. Rosenthal nel1984, il SAD è caratterizzato da episodi depressivi ciclici in specifici periodi dell’anno, con assenza di episodi non stagionali, per un periodo di almeno due anni. L’umore, pur essendo depresso, si presenta come reattivo (ovvero chi ne è colpito è capace di rallegrarsi a fronte di eventi positivi) e generalmente peggiora nelle ore serali.

Nell’ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali (DSM-V) compare il Disturbo Affettivo Stagionale (SAD), già conosciuto in precedenza ma solo recentemente incluso tra i disturbi dell’umore. Definito per la prima volta da Norman E. Rosenthal nel1984, il SAD è caratterizzato da episodi depressivi ciclici in specifici periodi dell’anno, con assenza di episodi non stagionali, per un periodo di almeno due anni. L’umore, pur essendo depresso, si presenta come reattivo (ovvero chi ne è colpito è capace di rallegrarsi a fronte di eventi positivi) e generalmente peggiora nelle ore serali.

Sintomi

Sintomi più caratteristici sono l’iperfagia, l’incremento ponderale, l’ipersonnia. Il bisogno di sonno è molto aumentato (ipersonnia); più di rado si verifica un disturbo da sonno ritardato, con difficoltà di addormentamento la sera e conseguente difficoltà nello svegliarsi la mattina. All’ipersonniasi associa spesso l’iperfagia: l’appetito è aumentato ed è comune la compulsione ad assumere cibi dolci e carboidrati, con conseguente aumento di peso. Altri sintomi comuni sono: stanchezza mentale e fisica, mancanza di energie, difficoltà di concentrazione, generale senso di confusione, irritabilità.

Due forme di SAD

Invernale e estiva. Nella “forma invernale”, che risulta essere la prevalente, la sintomatologia depressiva si presenta in autunno, raggiunge il suo apice in inverno e si risolve, parzialmente o totalmente, all’inizio della primavera. Nella “formaestiva”, invece, gli episodi depressivi hanno inizio nella stagione primaverile, si acutizzano nel periodo estivo e si risolvono in autunno. Dal punto di vista psicopatologico, il SAD potrebbe essere considerato come una forma di disturbo dell’umore meno grave, i cui sintomi si manifestano con l’alternarsi delle stagioni. Una stima accurata della sua frequenza è difficile poiché spesso la sintomatologia non raggiunge livelli di gravità tali da richiedere l’intervento dello specialista. Non sono ancora del tutto chiari i meccanismi biologiciche sottendono il SAD, tuttavia numerosi studi dimostrano l’esistenza di una relazione significativa tra stagionalità e disturbi dell’umore e comportamentali.

Da uno studio condotto dall’equipe dell’Hanoi Mental Hospitalin Vietnam è emerso che la stagione estiva presenterebbe il più alto rischio di ricovero in ospedale per disturbi mentali, con un picco nel mese di giugno (Trang PM et al., 2016) Una ricerca condotta in Italia sembrerebbe confermare tale dato: sono stati valutati 730 ricoveri nel reparto di psichiatria dell’azienda ospedaliera universitaria San Luigi Gonzaga,di Orbassano: è emersa una maggiore prevalenza di ricoveri involontari in primavera/estate, con un picco significativo nel mese di giugno. La stagionalità sembrerebbe perciò influenzare i ricoveri ospedalieri, in particolare nel disturbo bipolare (Aguglia et al., 2016).

Serotonina

Tra i possibili fattori coinvolti nella genesi del SAD sembra essere coinvolta la serotonina, un neurotrasmettitore che influenza l’umore e la cui produzione, secondo alcune ricerche, potrebbe essere condizionata dall’esposizione alla luce. Uno studio di neuroimaging ha messo a confronto soggetti non depressi e pazienti con SAD e ha dimostrato la presenza di una relazione inversa tra i minuti di luce del giorno e la funzionalità cerebrale del trasportatore della serotonina. I risultati suggeriscono che lo sviluppo di sintomi depressivi in inverno potrebbe essere associato ad un mancato ricambio del trasportatore della serotonina durante l’esposizione allo stress ambientale (giornate più corte), soprattutto nei soggetti con elevata predisposizione ai disturbi affettivi (McMahon et al., 2016). In conclusione, sono molteplici le ricerche che supportano l’ipotesidi una correlazione tra condizioni climatiche e disturbi psichiatrici. In presenza di una sintomatologia periodica stagionale, resta fondamentale la diagnosi differenziale tra il disturbo affettivo stagionale e altri disturbi psichici,come i disturbi d’ansia o altri disturbi dell’umore.

Bibliografia: Aguglia A. et al. (2016). Involuntary admissions in Italy:the impact of seasonality. IntJ Psychiatry Clin Pract. 1-7.[Epub ahead of print].American Psychiatric Association(2014). Manuale diagnosticoe statistico dei disturbimentali. Quinta edizione(DSM-V)Mc Mahon B. et al. (2016).Seasonal difference in brainserotonin transporter bindingpredicts symptom severity inpatients with seasonal affectivedisorder. Brain. 139(Pt 5):1605-14Rosenthal N.E. et al. (1984).Seasonal affective disorder. Adescription of the syndromeand preliminary findings withlight therapy. Arch Gen Psychiatry.41: 72-80Trang P.M. et al. (2016). Seasonalityof hospital admissions formental disorders in Hanoi, Vietnam.Glob Health Action.