Vulvodinia: disturbo multifattoriale e invalidante

La definizione di “Vulvodinia” è mutata nel corso del tempoproprio per la complessità di inquadrare e classificare la fisiopatologia del dolore vulvare, fino ad arrivare alla definizionedi Bachmann nel 2006, che parladi “dolore cronico localizzato nella regione vulvare, perdurante da 3 a 6 mesi senza cause definibili”.

Si tratta quindi di una patologia che ingloba tante condizioni cliniche vulvari, con differenti cause e fisiopatologie, ma accomunate da un unico sintomo: il dolore. Questo dolore può essere cronico, continuo o intermittente, spontaneo o provocato, e invalidante.

Tipologie di disturbo

Il disturbo può essere di vari tipi:

  • Primario o spontaneo (lifelong);
  • Secondario o provocato (acquisito) in seguito a vulvovaginiti recidivanti, sostanze;
  • irritanti, danni fisici, traumi meccanici, fattori iatrogeni, stimoli neurogeni;
  • Generalizzato;
  • Localizzato cioè limitato area vestibolare (vestibolite vulvare), clitoride, mucosa, periuretrale o una qualsiasi porzione della vulva;
  • Isolato o associato con patologie mediche quali: ansia e depressione, cefalea, fibromialgia, endometriosi, colon irritabile, sindrome della vescica dolorosa e vaginiti da candida ricorrenti.
  • Associato frequentemente a disturbi sessuali: dispareunia, perdita del desiderio, secchezza vaginale, anorgasmia, evitamento sessuale.

I fattori in gioco nel meccanismo della patologia

Sono diversi i fattori chiamati in causa:

  • Predisponenti: infezioni vaginali recidivanti, ipertono del muscolo elevatore, patologia cutanea vulvare (lichen sclerosus) ed esiti stenosanti.
  • Precipitanti: rapporto sessuale
  • Di Mantenimento: omissione diagnostica cui seguono l’inadeguatezza delle misure terapeutiche, riabilitative e modificazione degli stili di vita.

Il concetto di vulvodinia, pertanto, deve includere qualsiasi tipo di dolore vulvare.

È compito dell’esperto effettuare una diagnosi differenziale fra le diverse cause biologiche del dolore valutando la fisiopatologia del dolore stesso ed eventualmente anche l’istologia del tessuto vulvare.

Le evidenze scientifiche

Evidenze scientifiche sembrano suggerire che la fisiopatologia di questa sindrome complessa sia dovuta ad un processo infiammatorio cronico scatenato dall’iperattivazione del mastocita che produce e rilascia differenti molecole responsabili dell’infiammazione locale, dell’attivazione del sistema del dolore e della contrazione difensiva dei muscoli dell’area.

Dott.ssa Michela Piccini